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(segue da "Dominque e la Magnolia")
L'aria era leggera, così lontana dalla calura estiva tipica del mese di luglio, e Dominique camminava piano tra i vecchi palazzi e quell'inconfondibile odore di antico che promanava dalle grate degli scantinati a bordo strada.
(segue da "Dominque e la Magnolia")
L'aria era leggera, così lontana dalla calura estiva tipica del mese di luglio, e Dominique camminava piano tra i vecchi palazzi e quell'inconfondibile odore di antico che promanava dalle grate degli scantinati a bordo strada.
La sede della rivista non era lontana dal parco; durante il tragitto molte emozioni si affollavano nella sua mente : avrebbe lavorato per una delle riviste più note e più sognate del settore. Era davvero una grande occasione, si sentiva fiero e allo stesso tempo un pò turbato dall'opportunità che gli era stata data.
Questa occasione gli era piovuta quasi dal cielo, mai si sarebbe aspettato quella telefonata eppure era arrivata e adesso era lì, al cospetto di questo enorme palazzo pronto a ricevere le istruzioni per l'inizio di questa nuova avventura.
Saliva le scale un gradino dopo l'altro con il cuore che batteva forte. All'esterno nessuno avrebbe colto la sua tensione nascosta dietro ad un sorriso e l'aria imperturbabile, ma Dominique sentiva che stava giocando una delle partite più significative della sua vita. Già era accaduto in altre due occasioni ed in entrambe aveva vinto. Anche stavolta, era certo, ce l'avrebbe fatta.
All'ingresso la segretaria del direttore lo attendeva. Era una graziosa e gentile ragazza dai capelli rossi che lo accompagnò in una luminosa sala riunioni. Il direttore arrivò dopo pochi minuti. Guglielmo Della Rocca era un uomo alto, i capelli brizzolati e l'aria severa; entrò nella stanza salutando Dominique con un sorriso affabile e ringraziandolo per aver accettato l'invito.
"Dominique, come saprai, noi siamo un'azienda grande, strutturata e abbiamo un target da rispettare.
Non possiamo permetterci di sbagliare. Mai. Con questo non voglio terrorizzarti, ma voglio che ti sia chiaro qual è il nostro modo di lavorare. Tu sei molto giovane e non hai ancora raggiunto quella maturità professionale che generalmente cerchiamo nei nostri collaboratori. Tuttavia sappiamo che sei un'ottima penna, un ragazzo serio e fattivo. E sappiamo anche che sei un abile alpinista e noi abbiamo bisogno non solo di un giornalista ma anche di qualcuno che sia in grado di scalare quella montagna. Abbiamo deciso di darti fiducia, perché ci fidiamo molto delle tue referenze. L'incarico che vogliamo affidarti è importante e ti consentirà, se riuscirai a portarlo a termine in maniera esemplare, di fare il salto di qualità che alla tua età si impone e che ti spianerà la strada. L'impresa, evidentemente, è onerosa e per certi aspetti è un salto nel buio per entrambi. Te la senti di far parte del nostro team?"
Dominique ascoltava quelle parole così dure, dirette. Il direttore era noto per il suo rigore e per il suo perfezionismo, ma ne apprezzava i modi decisi e trasparenti: non c'era nulla, infatti, che odiasse più dei giri di parole, delle mezze verità o peggio delle bugie che in tutti quegli anni aveva sentito. Della Rocca avrebbe potuto insegnargli tanto e Dominique non aveva alcuna intenzione di lasciarsi spaventare dall'impegno e dai rischi che accettare quella proposta avrebbe comportato e rispose con fermezza: "Direttore, la ringrazio davvero molto per la fiducia che mi sta accordando e credo di potermi assumere il rischio di questa collaborazione. E' vero: sono giovane e non ho ancora maturato il livello di esperienza per voi auspicabile, ma posso assicurarle che mi sono sempre impegnato a fondo in qualsiasi cosa abbia fatto; ho sempre amato scrivere più di qualunque altra cosa e ho sempre cercato di farlo nel migliore dei modi, con puntualità, precisione e motivazione. E intendo dare il meglio di me anche questa volta".
"Bene Dominique. Noi cerchiamo persone che riescano a portarsi oltre i propri limiti. Spero dunque non deluderai le nostre aspettative. Per quanto riguarda i dettagli dell'impresa, ti anticipo che l'inizio della spedizione sul Fitz Roy è prevista per il mese di dicembre. Alessandro Molinari, l'alpinista che scalerà il ghiacciaio, come sai, ha deciso di farlo in free-solo e questo rende molto più affascinante, ma anche molto più pericolosa, l'avventura. Partirete per la Patagonia il primo dicembre e vi tratterrete lì fino a quando le condizioni meteo non consentiranno l'ascensione. Come puoi immaginare è possibile che ci vogliano settimane e settimane, quindi è necessario che tu mi garantisca la totalità del tuo tempo di qui ai prossimi mesi. Faranno parte del gruppo Claudio Ancillotti, che collaborerà con te alla stesura dei testi, Albert Cortina, fotoreporter e Hans Mayer videomaker. Ancillotti e Mayer seguiranno l'ascensione da un elicottero; Cortina scalerà con te e sarete accompagnati da una guida locale che abbiamo già scelto. E' stato organizzato tutto in maniera molto accurata. Per i dettagli, domani mattina ti contatterà Sara Padovani, la mia collaboratrice, che ti darà tutte le necessarie informazioni sia per quanto riguarda l'organizzazione della spedizione sia per quanto riguarda tutti i termini della nostra collaborazione. Benvenuto a bordo Dominique".
Dominique percorse il corridoio che portava all'uscita, dagli uffici provenivano voci e risa che si mescolavano al ticchettare veloce delle dita sulle tastiere. Arrivò nell'atrio e uscì. Una pioggia leggera scendeva sulla città, l'aria era fresca e Dominique inspirò profondamente.
Non era ancora completamente consapevole di ciò che gli stava accadendo, ma sentiva che adesso i riflettori erano accesi su di lui: Della Rocca non scherzava ed anche Martin Giraud, il mentore di Dominique, uno dei primi direttori con cui aveva collaborato, avrebbe vigilato attentamente sul suo operato.
Dominique aveva sentito riaccendersi dentro di sé la scintilla della sfida, cui si sarebbe approcciato con la fierezza e l'umiltà che da sempre lo contraddistinguevano. Ancora una volta avrebbe spinto al massimo le proprie capacità di giornalista e di alpinista; ancora una volta avrebbe cercato di dare il meglio di sé e di superare i propri limiti. "Cerchiamo persone che riescano a portarsi oltre i propri limiti": queste erano state le parole del direttore ed era proprio questo lo spirito che aveva consentito a Dominique di farsi strada nella vita personale e professionale; aveva sempre scelto la via più difficile per realizzare se stesso e non si era mai arreso davanti agli ostacoli. Più ardua era la sfida più forte diventava la motivazione e più agevolmente riusciva a conquistare il risultato. Sentii una gran forza ed una grande energia dentro di sé. Finalmente le sue più grandi passioni, il giornalismo e l'alpinismo, si coniugavano in un'esperienza che l'avrebbe portato a superare se stesso. Le aspettative di tutti erano molto elevate, ma era lui che stava puntando tutto su quella carta e non poteva e non voleva perdere. Nei mesi che lo separavano dalla spedizione si sarebbe allenato duramente e durante l'estate avrebbe fatto un viaggio in Patagonia per iniziare a respirarne l'aria e le sensazioni, un viaggio propedeutico che avrebbe reso più ricco e avvincente il suo reportage.
Guardò l'orologio, erano le sei. Doveva affrettarsi, il volo per Parigi sarebbe partito dopo un'ora.
Chiamò un taxi e corse in aeroporto.
Mentre l'aereo si staccava da terra, ripensò a quella giornata piena di emozioni, al mattino di riflessione e di quiete al parco che gli aveva restituito serenità ed al pomeriggio che gli aveva dato una gran carica riaccendendo la fiamma della competizione e della battaglia. Adesso era sul trampolino ed era finalmente pronto al grande salto. Chiuse gli occhi e sorridendo si lasciò cullare dall'aereo che, volteggiando tra le nuvole, conquistava la propria rotta.
Guardò l'orologio, erano le sei. Doveva affrettarsi, il volo per Parigi sarebbe partito dopo un'ora.
Chiamò un taxi e corse in aeroporto.
Mentre l'aereo si staccava da terra, ripensò a quella giornata piena di emozioni, al mattino di riflessione e di quiete al parco che gli aveva restituito serenità ed al pomeriggio che gli aveva dato una gran carica riaccendendo la fiamma della competizione e della battaglia. Adesso era sul trampolino ed era finalmente pronto al grande salto. Chiuse gli occhi e sorridendo si lasciò cullare dall'aereo che, volteggiando tra le nuvole, conquistava la propria rotta.
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